«Io come Saviano. Sono un recluso per quello che scrivo». Il direttore di «Libero»: la mia scorta sempre con me.
Viviamo tempi di confusione. I polveroni mediatici si susseguono a ritmo serrato e le conseguenti puerili polemiche spesso ci trovano inebetiti davanti ad accadimenti che richiederebbero ben altri interventi e spesso non ci accorgiamo che nel marasma creato ad arte per distogliere la nostra attenzione di popolino mangia televisione vari personaggini sgomitano l’uno contro l’altro per trovare preziosi attimi notorietà anche a scapito della più palese verità.
Accade quindi che i toni della polemica si facciano più aspri e che l’escalation di improperi e maldicenze faccia perdere la ragione di chi abbia una mente più debole e non afferri il gioco del teatrino e dell’autoreferenzialità dei suoi attori. L’avvenimento di questi giorni e senza dubbio il presunto attentato al direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Pare che qualcuno abbia cercato di assassinarlo e che solo l’intervento del suo caposcorta abbia sventato il piano criminoso sparando in aria tre colpi di pistola.
La pubblica condanna all’accaduto è d’obbligo: nessuno può pensare di mettere a tacere chicchessia con l’uso della violenza, sopratutto in una nazione democratica come la nostra, dove per raggiungere lo stesso scopo di solito si usano altri mezzi (la calunnia ad esempio). Ma quello che scopriamo in questa vicenda ha dell’assurdo. Continua a leggere →
Se hai trovato interessante l'articolo condividilo con gli altri
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Filed under: Notizie, riflessioni | Tagged: attentato, Gomorra, Libero, Maurizio Belpietro, Roberto Saviano, scorta | Leave a comment »