Con ‘sto freddo magari non ve ne siete accorti, ma da qualche ora è primavera.
Con il doodle dedicato Google ci dà la lieta notizia.
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Con ‘sto freddo magari non ve ne siete accorti, ma da qualche ora è primavera.
Con il doodle dedicato Google ci dà la lieta notizia.
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In barba alle convenzioni, quest’anno l’equinozio di primavera si verifica un giorno prima. Più precisamente alle 10.29 di oggi lunedì 20 marzo (orario Utc, in Italia bisogna aggiungere un’ora e si va quindi alle 11.29).
Quindi se guardando dalla finestra avete come la sensazione che ci sia qualcosa di diverso rispetto a qualche ora fa è soltanto che è giunta la primavera.
Anche Google ce lo ricorda con un doodle animato che campeggia al posto dell’usuale logo in cui un topolino di campagna si sveglia e raccoglie il primo fiore della stagione.
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Tipo quando ti svegli una mattina con gli occhi abbuffati conciati peggio di quando ti sei infilato a letto. Il naso che pizzica e sgocciola, la testa indolenzita, proprio il giorno in cui dovevi essere al cento per cento per via di quella riunione importante in ufficio.
Ma che diavolo è mai successo?
Ti sei coricato che era fine inverno che la mattina presto per strada c’era la nebbia e ti sei svegliato in piena primavera, pacchetto tutto compreso: sole sopra i venti gradi e nuvole di polline in omaggio. Se tua nonna continua a mormorare che non ci sono più le mezze stagioni non è per via che è rimbambita e ripete cose a caso, ma perché oramai è così e lo ha scritto pure sul suo account su twitter: – Ti giri un attimo, chiudi gli occhi e ti ritrovi in un’altra stagione – (1000 retweet e 1000 cuoricini).
Ovvio che il tuo corpo segua le vecchie leggi naturali in vigore dai tempi della nonna di tua nonna: non è che se di punto in bianco te ne vai in giro con la polo a mezze maniche, quando il giorno prima tremavi se non indossavi i guanti, ti puoi sentire bene. E’ arrivata la primavera insieme all’irritante malessere da cambio di stagione e alle insopportabili allergie.
Perché i prati raggrinziti della sera prima, si sono magicamente trasformati in un trionfo di fiorame che nemmeno nei giardini reali delle favole e ovviamente cresce di tutto, ma di più crescono le graminacee e tutte le altre erbacce infestanti a cui sei allergico.
Devi fartene una ragione e cantare anche tu come la Goggi: «Che fretta c’era… maledetta primavera!».
Ha ragione Loretta e pure tua nonna. Una volta era diverso. La sera dopo cena Continua a leggere
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Magari l’avrete notato dalla temperatura dell’aria che negli ultimi giorni ci ha invitato a lasciare appeso nell’armadio il caldo cappotto che ci ha riparato dal freddo per tutto l’inverno, ma questa domenica è un po’ più speciale delle altre perché ufficialmente è arrivata la primavera!
Non che ci possiamo lamentare dell’andamento dell’inverno appena trascorso: dati alla mano è stato uno dei più clementi, con medie stagionali più alte della norma e purtroppo con precipitazioni scarse di cui ci preoccuperemo semmai quest’estate.
I
più saputelli avranno da ridire che la primavera, lo sanno tutti, inizia il 21 marzo con l’equinozio appunto di primavera. Ma come ci annuncia Google (e google non mente quasi mai agli internauti) quest’anno l’equinozio cade il 20 (prendete nota che la cosa si ripeterà nei prossimi anni fino al 2020) e più precisamente la mattina presto, alle 5:30 ora italiana.
Tra l’altro la curiosità è che si tratta dell’orario più ‘precoce’ dal 1896, colpa anche del fatto che il 2016 è un anno bisestile e calendario gregoriano basato sui 365 fa sì che ogni anno l’equinozio cada 6 ore più tardi.
Ma cosa succede durante l’equinozio di primavera: in pratica il Sole, ad un ipotetico osservatore posto all’equatore apparirà perfettamente allo zenit per un osservatore posto all’equatore, e la durata del dì in quel luogo sarà pari a quella della notte: 12 ore esatte.
Il doodle animato di Google vede alcune rocce in trepida attesa mentre aspettano l’arrivo della primavera simboleggiata dalla fioritura di un arbusto; sfortunatamente lo ‘starnuto’ di una di loro farà volare via tutti i petali, ma non per questo finirà la primavera, la stagione del risveglio!
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Il logo di Google nel doodle animato di oggi si trasforma in tanti fiori simbolo della Primavera che ha inizio proprio stasera alle ore 23:45.
Inoltre oggi è il giorno dell’eclissi: tra le 9:00 (a Milano alle ore 9:24) e le 11:45 di mattina, la Luna si frapporrà tra Terra e Sole, oscurando la luce della stella. In Italia, purtroppo, sarà possibile vedere l’evento solo parzialmente: nel momento clou, il Sole sarà coperto più o meno per la metà.
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Questa mattina saremo ufficialmente in Primavera e Google celebra insieme a tutti noi con un doodle animato dove un giardiniere trasforma in fiori e piante il logo della pagina principale del suo motore di ricerca.
Infatti oggi 20 marzo alle 6:14 il Sole supera l’equinozio celeste, passa nell’emisfero celeste settentrionale e segna quel “primum vere”, il primo giorno di primavera, che dà il nome a tutta la nuova stagione.
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ore 11.02 del 20 marzo 2013 è arrivata la primavera… il cui inizio si fa da sempre coincidere infatti con l’equinozio di primavera, ovvero quell’istante in cui il Sole, per via della posizione che in quel momento occupa la Terra, assume una posizione perpendicolare all’Equatore. In questo preciso momento dell’anno, il Sole sorge quasi esattamente a est e tramonta quasi in modo perfetto ad ovest. Si tratta anche del giorno in cui la durata del dì e della notte coincidono.
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È Google, con un suo doodle disegnato da Marimekko, che ci ricorda che oggi inizia la primavera. Non ci sono più le mezze stagioni e chi era convinto che la primavera iniziasse il 21 marzo si sbagliava.
ore 05.14 del 20 marzo 2012 è arrivata la primavera… il cui inizio si fa da sempre coincidere infatti con l’equinozio di primavera, ovvero quell’istante in cui il Sole, per via della posizione che in quel momento occupa la Terra, assume una posizione perpendicolare all’Equatore. In questo preciso momento dell’anno, il Sole sorge quasi esattamente a est e tramonta quasi in modo perfetto ad ovest. Si tratta anche del giorno in cui la durata del dì e della notte coincidono.
Alla selve,alle foglie dei boschi è dolce primavera;
a primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
Con piogge fertili
E acende ogni suo germe. Gli arbusti risuonano
Del canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.
E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;
ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.
Virgilio (poeta latino)
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Non tanto tempo fa, in un’inaspettata disquisizione culturale, mi è stato detto che Georgia è un’artista di nicchia. L’abile retore con il quale stavo discorrendo mi giustificò la sua affermazione con la scusa (neanche tanto inventata) che noi Europei facciamo fatica ad accettare come artisti i colleghi d’Oltreoceano. Io, che non possiedo grandi doti dialettiche, ma che fatico a starmene zitta, gli ho detto, senza mezzi termini, che secondo me non la conosceva soltanto perché la Georgia non è un Giorgio, perché, d’altronde, quest’artista è stata ospitata in mostra da ottobre a gennaio a Palazzo Cipolla grazie alla Fondazione Roma. Mi spiegherò meglio, molta gente fa meno fatica a ricordarsi la farfallina di Belen Rodriguez piuttosto che in che cosa sia laureata Rita Levi Montalcini o, artisticamente parlando, che Rosalba Carriera non ha niente da invidiare a Giambattista Tiepolo. Non aprirò parentesi, ma per questo mese di marzo voglio celebrare la donna che non ha bisogno di ometti oliati come se fossero polli pronti da infornare per sentirsi tale e stare bene con sé stessa.
Georgia O’Keefe(Sun Prairie, 1887 – Santa Fé, 1986), la Signora degli Iris e delle Petunie: non è difficile capire chi fosse dati i ritratti fotografici che le fece suo marito, il famoso fotografo Alfred Steiglitz. Magra, ossuta ma non malata, intrinsecamente sensuale, l’eccellenza dell’American beauty, della donna libera e fatale. Contrariamente a quanto si può leggere in giro per il web, non soffriva “di nervi”, piuttosto di emicrania cronica e, forse anche per questo, non aveva un carattere facile ( era nevrotica, inquieta, emotiva: un cavallo pazzo), tuttavia apprezzava le cose semplici e diceva che era l’interesse a muoverle la vita poiché la felicità era troppo effimera per esserlo. Per tutta la vita negò che l’influsso di suo marito fu basilare nel suo sviluppo artistico, sebbene, non solo si conobbero ad un vernissage, ma fu proprio lo Steiglitz ad inserirla nell’American Artists Society. Tra l’altro, dato che è noto che due artisti non possono condividere lo stesso tetto come due cuori e una capanna, fu proprio suo marito a fare in modo che la critica interpretasse la sua opera in una chiave direzionata solo verso all’esibizione sessuale (questo vendeva di più, anche a i tempi). In verità, lei voleva far passare solo un’arte fortemente espressiva che, con il suo potere, voleva anche, ma non solo, includere una sessualità pura.
Il volersi riallacciare all’arte giapponese e all’astrattismo spirituale di stampo kandiskijano non passa inosservato, sebbene l’OK’s Style lo reinterpreti. In una maniera del tutto femminile, viene unita la figurazione (è chiaramente intuibili che i soggetti sono dei fiori) all’astrazione (perché i fiori vengono trasfigurati e, così, diventano simboli di qualcosa di più grande). Ciò che rende possibile questo dualismo è il nuovo punto di vista: i fiori vengono rappresentati macroscopicamte, creando un’atmosfera surreale di panteismo intensificato.
Questa tela arriva al culmine Continua a leggere
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