M5S vs Internet: quando il web ti si rivolta contro

beppe grillo

Per la serie chi di web ferisce di web perisce… è di oggi la notizia di un gruppo che si firma “Gli hacker del PD” che dice di aver violato da mesi le caselle mail dei deputati/senatori del M5S minacciando la pubblicazione delle intere caselle di posta fino a quando non venga fatta luce sul ruolo di Beppe Grillo e Casaleggio all’interno del movimento che raccoglie mole brave persone spinte dai migliori propositi, ma che sembrano ogni giorno che passa succubi dei loro leader che vengono accusati di aver strumentalizzato a fini personali il movimento.

Su pastebin il comunicato degli hacker: qui link. Si inizia con la pubblicazione della mailbox privata della deputata Giulia Sarti, per un totale di circa 1,2 GB di dati privati (link e link). A questa pubblicazione, gli “hacker del PD” minacciano di far seguire ulteriori leak, riguardanti altri personaggi del movimento (link del countdown ufficiale)

A parte le considerazioni legate alla violazione della privacy, ciò che colpisce è come lo strumento “principe” della campagna del Movimento 5 Stelle, ovvero la tanto decantata rete, sia qualcosa che va al di là della comprensione dei guru che di volta in volta si cimentano nel domarla/dominarla. Senza cadere nel facile perbenismo di chi biasima simili comportamenti nella moderna accezione del cattivo comportamento, spesso si dimentica il lato anarchico del web. Lungi da essere solo mero strumento di comunicazione, la rete si dimostra ancora una volta rappresentare il pensiero libero che non fa sconti a nessuno.

Anonymous scova lo stalker di Amanda T.

La storia di Amanda Todd ha fatto il giro del mondo nei giorni scorsi.

La ragazza canadese si è suicidata, il 10 ottobre scorso, poco prima di compiere sedicianni, non riuscendo più a sopportare le persecuzioni di un anonimo stalker. La stessa Amanda aveva affidato poco tempo fa al web il suo dolore con un video su  Youtube nel quale raccontava i ricatti e le sofferenze subite da chi, allora dodicenne,  l’aveva convinta a farsi riprendere in topless per poi diffondere le immagini in internet.

Il discutibile gruppo di hacker ANONYMOUS, paladino del web deve essersi particolarmente commosso e si è preso a cuore il caso. Nel giro di qualche giorno ha scoperto e diffuso il rete (tramite il portale di Pastebin) i dati di un un uomo di Vancouver accusandolo di essere l’anonimo stalker responsabile della morte di Amanda. A quanto pare i dati si riferiscono a una persona già nota alle forze dell’ordine per altri casi di pedofilia e quindi si sono prontamente mosse per interrogare l’uomo in merito alla vicenda.

Scrivono gli hacker in una lettera a un’emittente canadese: “Generalmente non amiamo avere a che fare con la polizia, ma in questo caso ci siamo sentiti in obbligo di utilizzare le nostre capacità per proteggere i minori. Questa è una storia a cui non siamo indifferenti.”

  • We are legion
  • We do not forgive
  • We do not forget
  • Expect us…
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