M5S vs Internet: quando il web ti si rivolta contro

beppe grillo

Per la serie chi di web ferisce di web perisce… è di oggi la notizia di un gruppo che si firma “Gli hacker del PD” che dice di aver violato da mesi le caselle mail dei deputati/senatori del M5S minacciando la pubblicazione delle intere caselle di posta fino a quando non venga fatta luce sul ruolo di Beppe Grillo e Casaleggio all’interno del movimento che raccoglie mole brave persone spinte dai migliori propositi, ma che sembrano ogni giorno che passa succubi dei loro leader che vengono accusati di aver strumentalizzato a fini personali il movimento.

Su pastebin il comunicato degli hacker: qui link. Si inizia con la pubblicazione della mailbox privata della deputata Giulia Sarti, per un totale di circa 1,2 GB di dati privati (link e link). A questa pubblicazione, gli “hacker del PD” minacciano di far seguire ulteriori leak, riguardanti altri personaggi del movimento (link del countdown ufficiale)

A parte le considerazioni legate alla violazione della privacy, ciò che colpisce è come lo strumento “principe” della campagna del Movimento 5 Stelle, ovvero la tanto decantata rete, sia qualcosa che va al di là della comprensione dei guru che di volta in volta si cimentano nel domarla/dominarla. Senza cadere nel facile perbenismo di chi biasima simili comportamenti nella moderna accezione del cattivo comportamento, spesso si dimentica il lato anarchico del web. Lungi da essere solo mero strumento di comunicazione, la rete si dimostra ancora una volta rappresentare il pensiero libero che non fa sconti a nessuno.

Stasera su RAITRE: PRESADIRETTA ci parla dello Tsunami tour di Grillo per M5S

Proseguono le inchieste della redazione di PRESADIRETTA e questa volta si parlerà del  fenomeno M5S (Movimento 5 Stelle) dapprima sbeffeggiato dalla politica ufficiale è ormai entrato di prepotenza nella stanza dei bottoni, vincitore morale delle ultime elezioni politiche in Italia.

Beppe GrilloUna puntata speciale quella di stasera nella quale  Riccardo Iacona che ha seguito la vittoriosa campagna elettorale di Beppe Grillo denominata “Tsunami Tour”, cercherà di fare luce sulle aspettative degli elettori del movimento.

Noi saremo davanti al televisore ogni domenica alle ore 21.00 su RAITRE, ma per coloro che avessero ben altro da fare ricordiamo che RAI.TV mette a disposizioni le puntate della trasmissione a partire dal giorno dopo.

Perché il Movimento 5 Stelle non è anti-politica

Cosa serve al nostro Belpaese per uscire dal tunnel rappresentato non solo dalla crisi economica, che certo ha acuito molte sensibilità, ma sopratutto quell’odiosa mancanza di valori (e forse di idee) che ci ha reso chi più chi meno socialmente apatici, è davvero difficile a dirsi.
Viviamo giorni di bufera e purtroppo quello che ci manca è un capitano (leggi classe politica) capace e lungimirante che ci porti sani e salvi in porto. Certo la colpa è sopratutto nostra. Ogni volta che si sente qualcuno pontificare senza vergogna, viene da chiedergli dov’era e cosa ha fatto per evitare tutto questo. Ma dov’eravamo tutti noi? A leggere le cronache dell’Olgettina?

Comunque qualcosa è nell’aria. Ci sono i presupposti perché finalmente si possa cambiare rotta. Le voci si alzano e sono in molti coloro i quali cessano di essere sudditi e diventano cittadini.

Sbaglia ad esempio chi definisce populista il Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo. Fin troppo facile viste le sparate del comico genovese poco propenso a stare a sentire chi la pensa diversamente da lui. Ma è indiscutibile che molti temi proposti da questo nuovo soggetto politico sono meritevoli di essere discussi (inquinamento, energia, modelli di sviluppo, spesa pubblica) e dimostra che esiste un popolo di militanti tra i quali non è poi così raro scorgere il meglio del Paese.

Non è giusto parlare di anti-politica negando le molteplici iniziative del Movimento 5 stelle come le raccolte di firme per le leggi d’iniziativa popolare che il parlamento ha scandalosamente ignorato. Ovviamente un eventuale successo alle prossime amministrative sarà dovuto anche al voto di protesta, ma al di là dei giudizi sulle singole prese di posizione bisogna riconoscere come un fatto più che positivo che esistano gruppi composti da cittadini informati, impegnati nel sociale, con un programma preciso che alzano la voce contro un mondo popolato da partiti e leader haimormai (politicamente) morti.

Elezioni amministrative 2011: chi ha vinto?

In queste ore c’è chi festeggia la poltrona conquistata e chi rosica sui voti persi. Gli esperti sparano le più svariate sentenze sui motivi della disfatta del centrodestra e sul vento di cambiamento che avrebbe favorito il centrosinistra.

Effettivamente se ci fermiamo ai soli risultati elettorali non si può che prendere atto di una certa rottura con il passato del popolo elettore: la piazza di Milano costituisce da sempre un’importante roccaforte politica, e che dire di Varese, che ha visto scalzati i leghisti?

Ma è davvero successo questo in queste ultime settimane? Ha perso il centro destra e ha vito il centrosinistra. Non è forse quello che vanno a raccontare i vari Berlusconi, Bersani e Di Pietro?

Ma qualcuno si è fatto qualche conto, soffermandosi sui numeri effettivi.I risultati hanno dimostrato ancora una volta lo scarso interesse degli italiani per la politica e la scarsa affluenza alle urne. Pertanto vincitori e vinti in realtà hanno perso tutti quanti, in termini assoluti, consenso (solo la lega può vantarsi di essere cresciuta a Milano). Anche coloro i quali vantano in queste ore un risultato plebiscitario (tipo De Magistris a Napoli), in realtà si è accaparrato la maggioranza della minoranza dei votanti.

Un’altra considerazione da farsi che forse dovrebbe far riflettere un po’ tutti è che i vari Pisapia e De Magistris (ma anche altri) hanno fondato la loro campagna elettorale sulla loro libertà rispetto ai partiti che li vorrebbero assoggettare.

Da ultimo nemmeno il Movimento 5 stelle (che ha visto crescere il proprio consenso) né il cosiddetto terzo polo (che in realtà non esiste) sono riusciti a rappresentare una valida alternativa

Quindi a ben vedere, anche se in molti vorrebbero convincerci del contrario, qui non ha vinto nessun partito se non quello dell’astensionismo: alcuni (purtroppo sempre meno) cittadini hanno scelto i propri amministratori cercando di trovare nei programmi di questi le migliori risposte alle esigenze delle loro città/province. E adesso tutti sul carro dei vincitori…

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