Stasera su RAITRE: PRESADIRETTA ci parla di JOBS ACT

Torna con una nuova inchiesta la trasmissione Presadiretta condotta da Riccardo Iacona.

La redazione di Presadiretta per l’inchiesta “La battaglia del lavoro” torna ad occuparsi di tutte le problematiche relative a questo ambito nel nostro paese.

Ci sarà l’intervista al sindacalista Maurizio Landini che non ritiene ancora chiusa la partita sul Jobs Act e l’art.18, si parlerà dell’Acciaieria Terni e dello sciopero che ha coinvolto 2800 operai che sono riusciti a non perdere il lavoro e poi della Trw di Livorno  che invece ha dovuto chiudere. Battaglie per il lavoro, la dignità e la vita.

Noi saremo davanti al televisore ogni domenica alle ore 21.45 su RAITRE, ma per coloro che avessero ben altro da fare ricordiamo che RAI.TV mette a disposizioni le puntate della trasmissione a partire dal giorno dopo.

Vignetta: “Ecco il piano di Renzi per il lavoro: neoassunti senza articolo 18”

vignetta_renziMatteo Renzi lancia la sfida sulla riforma del mercato del lavoro chiedendo maggiore flessibilità ai giovani già devastati dalla precarietà che li doveva “traghettare” verso il posto di lavoro. Altro che Silvio Berlusconi!!!

Vignetta: “Il governo annuncia sgravi fiscali in busta paga per il 2014”

sgravifiscali

Non è un bel Primo maggio

Era da molti anni che non mi accadeva di celebrare la Festa dei Lavoratori in questo modo. Mi ero da poco diplomato all’istitutotecnicommerciale ed ero in cerca della prima occupazione. Il mondo del lavoro era lontano e rappresentava una difficile conquista. Avevo la sensazione, poi confermata negli anni, che senza di un occupazione per la società non ero niente. Sebbene chi mi circondava non si lesinasse a sostenermi in quel periodo, era come vivere sospesi, in attesa che il mio destino si compiesse. Così oggi non posso biasimare tutti quei giovani che terminati gli studi, si vedono respinti e non possono realizzare le proprie aspirazioni.

In quei giorni vedevo distanti i cortei di chi proprio il Primo Maggio faceva sentire la propria voce a tutto il paese, fieri di essere una componente fondamentale del sistema produttivo e delle conquiste che per i quali avevano lottato per tanti anni. Invidiavo chi sventolava quelle bandiere e anche coloro che si accalcavano sotto il palco di Piazza San Giovanni a Roma non solo ad ascoltare musica, ma con l’intenzione di partecipare a qualcosa che rappresentava quella comunione laica 

Sono passati molti anni e non credo più in un paese come il nostro che se ne frega dei lavoratori sebbene abbia sancito nella sua carta costituente l’importanza del lavoro non solo come espressione personale, ma diritto di vivere degnamente. Ho imparato a mie spese che il mondo è cambiato e non sempre per il meglio. Alla fine sono entrato in quel mondo per il quale mi ero tanto preparato. Sono diventato anch’io una rotellina del sistema. Ciò che ho visto non mi è mai piaciuto. Troppi bocconi amari da buttare giù e alla fine ho mollato tutto perché convinto che non si vive di solo pane.

Oggi sono qui a guardare sfilare coloro che fanno finta di crederci ancora, mentre i soliti saltimbanchi cercano di incantarli con le solite parole di sdegno. Chissà cosa importa veramente a quei signori in doppiopetto delle condizioni di chi, a differenza loro, un lavoro non ce l’ha. Non so se biasimo di più loro o quelli in là con gli anni che sognano con gli occhi velati dalle vecchie immagini in bianco e nero oppure quelli troppo giovani per rendersi conto che un giorno rimpiangeranno di aver sprecato la loro giovinezza dietro una così vacua speranza. Così ascolto anch’io la musica cercando di farmi scivolare indifferente tutto quel falso folklore che accompagna le canzoni.

Il lavoro non nobilita più l’uomo, lo rende schiavo come nei periodi più bui della nostra storia passata.

Il lavoro non c’è perché preferiscono sfruttare degli schiavi che pagare dei lavoratori. Ma questo è solo un altro passo verso il baratro. Se ne accorgeranno quando le loro merci rimarranno ferme nei magazzini. I loro nuovi dipendenti, pagati troppo poco per comprare ciò che hanno prodotto, noi ormai senza quello stipendio che ci permetteva di essere anche quei consumatori che in fin dei conti reggevano tutta la baracca.

Stasera su RAITRE: PRESADIRETTA ci parla del lavoro dei giovani italiani

Presadiretta ha deciso di dar voce alle migliaia e migliaia di persone che hanno perso il diritto al futuro, giovani  che sono costretti a piegarsi ai contratti a termine, di cui esistono infinite tipologie; ai disoccupati che per  cercare di lavorare  sono costretti  ad aprire  partite Iva che in realtà nascondono un rapporto di lavoro subordinato; ai ragazzi che si sottopongono a infiniti  stage che in realtà nascondono un vero e proprio impiego e non daranno loro alcun reale accesso al mercato del lavoro.

La redazione di Presadiretta  ha compiuto un enorme lavoro di ricerca per individuare tutti gli stratagemmi messi in atto dai datori di lavoro.  Ci sono, infatti, infiniti modi per sfruttare la disperazione di chi non ha  lavoro.  E molto spesso anche la Pubblica Amministrazione si avvale di questo tipo di contratti capestro. Un’intera generazione  non maturerà mai il diritto alla pensione, o  dovrà sopravvivere con pochi spiccioli.

Riccardo Iacona è andato a Barcellona dove la comunità più numerosa di stranieri è composta da molti giovani italiani che sono fuggiti in Spagna per cercare migliori opportunità professionali.

Noi saremo davanti al televisore ogni domenica alle ore 21.00 su RAITRE, ma per coloro che avessero ben altro da fare ricordiamo che RAI.TV mette a disposizioni le puntate della trasmissione a partire dal giorno dopo. Il link attivo riguardano le puntate al momento disponibili: Continua a leggere

17 marzo festa per decreto

Il Consiglio dei ministri ha deciso: il 17 marzo sarà festa nazionale per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia (soppresso sempre per decreto il 4 novembre).

Orgogliosi di essere italiani e di appartenere ad una stirpe che grazie a un comico di professione (Benigni, intendiamoci, è stato superbo con la sua esegesi dell’inno di Mameli) si è riconciliata con la sua storia. Evviva la democrazia e la repubblica italiana che è talmente libera da consentire a chi lo vorrà di non festeggiare la nascita dell’Italia. Pure il Papa parteciperà ai festeggiamenti (e sarà un poco come se i milanisti festeggiassero la Champions dell’Inter). Continua a leggere

Polemiche sul 17 marzo, festa nazionale dell’Unità d’Italia

Di celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia sembra non interessare proprio nessuno.

La proclamazione del 17 marzo a festa nazionale non è passata nell’indifferenza con il quale ci apprestiamo a celebrare l’evento solo perché qualcuno si è fatto i conti in tasca.

La data della festa una tantum voluta dal Consiglio dei Ministri che coincide con quel lontano 17 marzo 1861 quando Vittorio Emanuele proclamò il Regno d’Italia, purtroppo cade quest’anno di giovedì.

E passi la chiusura degli uffici pubblici e delle scuole, ma il settore privato ovvero gli imprenditori non sembrano intenzionati a vole sobbarcarsi il costo di una giornata di stipendio con le fabbriche chiuse e i lavoratori a casa a guardare Napolitano che fa visita al Pantheon.

Ai lavoratori dipendenti quindi pare non sia concesso di festeggiare la propria nazione… il CITTADINO IMPERFETTO propone quantomeno che negli aeroporti, stazioni ferroviarie e ai valichi di frontiera sia affissa ben evidenza la scritta Arbeit macht frei.

 

Forse

Referendum alla FIAT di Mirafiori

Colletti bianchi da una parte e tute blu dall’altra. Quello che si è capito, se c’era ancora chi non lo avesse capito, è che ormai abbiamo perso ogni briciolo di coscienza civica e quando si tratta di scegliere, scegliamo in barba ai principi fregandosene della pelle altrui.

Il referendum alla Fiat di Mirafiori sull’accordo del 23 dicembre si è svolto registrando una grande affluenza (circa il 95%), sulla carta ha vinto i SI (con il 54% e adesso aspettiamo i soldi di Marchionne), ma ha evidenziato la frattura tra i lavoratori.

Gli impiegati cui l’accordo non cambierà la vita hanno votato in maggioranza per il SI, il reparto Lastratura (uno dei più pesanti) ha scelto per il NO, quelli del reparto Verniciatura (più interessati dall’aumento di stipendio) per il SI. Continua a leggere

Tempi moderni alla FIAT mentre aspetto la partita

La birra è in frigo e le patatine sono croccanti, gli amici stanno per arrivare: tutto è a posto. Mentre aspetto come milioni di italiani di guardare la Nazionale in televisione a cantare Fratelli d’Italia per legge (vedi proposta di La Russa), ascolto tra le varie notizie trasmesse al telegiornale di raiuno dello schifo che sta succedendo dalle parti di Pomigliano d’Arco. Ovviamente questa notizia viene dopo la presentazione della partita con il Paraguay e anche dopo il servizio di colore (ops!) con le interviste ai tifosi in Sud Africa e a quelli che si ritroveranno stasera a Milano e a Roma davanti ai maxischermi. Poi sento uno che parla della legge sulle intercettazioni. Passano minuti e minuti ed infine la notizia!

Mi fermo un attimo anch’io e messa da parte la frenesia prepartita mi metto a pensare alle cinquemila famiglie (almeno quindicimila se contiamo l’indotto) che stasera magari passeranno anche loro una bella serata a tifare l’Italia di Lippi, ma con l’amarezza di essere abbandonati dal resto del paese. Se ne stanno lì a lottare per il loro posto di lavoro e mi sa che un po’ lottano pure per il mio.  E’ davvero inquietante il concetto di lavoro che viene proposto dalla Fiat, spalleggiata dal Governo e naturalmente da Confindustria. Per salvare il posto di lavoro occorrerebbe buttare alle ortiche quanto duramente ottenuto in decenni e decenni di lotta sindacale, quanto sancito dalla nostra carta costituzionale, altrimenti bye bye, tutti in Cina… Che qualcuno ricordi al Marchionne che la Fiat è più dei suoi operai che dei suoi azionisti. Che gli facciano vedere come la baracca che adesso porta sui mercati globali annaspasse negli anni ottanta e novanta e di come le tasse dei lavoratori (non certo ai soldi degli Agnelli) l’hanno salvata.

Forza FIOM, non mollate! SENZA DIRITTI SIAMO SOLO SCHIAVI!

Ma adesso basta con le ciance, inizia la partita. Per fortuna io ho una Peugeot!

Anche Google festeggia il Primo Maggio

Anche i ragazzi di Mountain View festeggiano la Festa dei Lavoratori.

Google ha modificato il suo logotipo che riproduce per l’occasione la forma di una catena di montaggio di colore blu in omaggio al lavoro, in un momento in cui in tutto il mondo imperversa una crisi economica che ne mina le basi e la stabilita’.

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