Questa sera c’è REPORT su RAITRE

Milena Gabanelli torna questa sera alle 21:45 su Raitre con una nuova puntata di Report.

La prima delle inchieste di stasera s’intitola “La giusta causa” di Claudia Di Pasquale e parla di giustizia e di magistratura.

260x01448641366489giustizia1La legge è uguale per tutti, ma quando si tratta di applicarla i giudici di primo grado possono pensarla in un modo, quelli di secondo grado in un altro e la Cassazione può ribaltare i verdetti precedenti: e, soprattutto, giudicare in modo opposto fattispecie che sembrano avere grandissime analogie.

1444151005286promo.s19e01.3

Nell’inchiesta firmata da Giuliano Marrucci e dal titolo “La gran corte” cercherà di spiegarci cosa fa la Corte Costituzionale.

260x01448642308897corte1Negli ultimi anni la Consulta ha dichiarato incostituzionali il taglio delle pensioni d’oro e degli stipendi dei manager pubblici, la nomina senza concorso di 800 dirigenti dell’agenzia delle entrate, il blocco della rivalutazione delle pensioni e anche l’utilizzo di autovelox mobili privi di taratura periodica. Tutte sentenze che rischiano di costare allo stato una montagna di quattrini. A volte si potrebbero limitare i danni, ma servirebbero leggi diverse.

Noi saremo davanti al televisore stasera alle ore 21.45 su RAITRE, commentando la trasmissione e magari sfogandoci con un tweet. Per coloro che avessero ben altro da fare ricordiamo che RAI.TV mette a disposizione il podcast della trasmissione a partire dal giorno successivo alla messa in onda.

Stasera su RAITRE c’e’ REPORT

Nuovo appuntamento stasera su RAITRE con REPORT, la trasmissione di Milena Gabanelli.

Tornano le inchieste di Report con la brava Milena Gabanelli ad introdurci ai reportage dei suoi bravi collaboratori.

La prima inchiesta di stasera è di Sabrina Giannini e s’intitola “Siamo tutti oche“. piuminod'ocaDiamo un’occhiata all’illegale pratica della “spiumatura” sulle oche vive in Ungheria. Magari non sarete animalisti convinti, ma certamente non potrete più fare a meno di pensare cosa si nasconde dietro al “tieporino” del piumone che avete sul vostro letto. E se magari siete solo dei cinici a cui non frega niente del dolore degli altri esseri viventi, magari vi potrà interessare il vero prezzo del vostro capo firmato alla moda imbottito di piumino per tenervi al calduccio contro le intemperie dell’inverno: come è facile intuire avete già capito che vi hanno fregato.
Roba da far venire la pelle d’oca. Ops, scusate il calambour.report

Nella seconda parte si parlerà della Giustizia (si con la g maiuscola anche se per quant’è maltrattata nel nostro paese dovremmo utilizzare la minuscola).  tribunalediNapoliTre gli aspetti trattati in tre diversi reportage. Nel “Processo azzerato” di Claudia di Pasquale si parlerà degli inceppamenti della macchina della giustizia che a fronte di un costo di 4 miliardi e mezzo l’anno è afflitta da ritardi e inefficienze. Nell’inchiesta intitolata “Fascicoli on the road” di Giulio Valesini le telecamere di Report tornano negli uffici di Napoli dove sono conservati i fascicoli delle nostre cause. Un sistema gestito da privati a 600Km di distanza ,con costi alti e inefficienze che si ripercuotono ritardi nei procedimenti giudiziari. Infine ne “La citazione” di Giulio Valesini si parlerà della lettera con la quale si dà inizio ad una causa. Se la causa è inferiore a 1033 euro le spese di notifica sono a carico dell’Erario: cioè le paghiamo noi cittadini. Niente di male sennonché società (esempio la Telecom oppure Sky) ed avvocati vari hanno trovato il modo di utilizzare questo servizio gratuito per spedire gratuitamente solleciti ai propri clienti per recuperare crediti non riscossi. E pantalone paga.

Se cercate del buon giornalismo d’inchiesta, non perdetevi ogni domenica le inchieste dei videogiornalisti impegnati a farci sapere come stanno davvero le cose.

Bologna, 2 agosto 1980

Sono passati 34 anni e gli 85 morti e 200 feriti della strage della stazione di Bologna non hanno avuto giustizia. Non dobbiamo commettere l’errore di dimenticare tutto, di riporre i ricordi chiudendoli nel cassetto. Di fare finta che il passato è passato. Sarebbe non solo moralmente riprovevole, ma sopratutto stupido fare finta che non sia successo niente.

Fa specie che le ferie inizino ogni anno con un tale pesante fardello. Sdraiati a cuocersi per benino sulla spiaggia possiamo fare finta di sonnecchiare, giusto quanto basta per staccare la spina. Cercando di fare finta che certe cose non sono più di moda: non si usa più incolonnarsi sull’autosole insieme a tutti gli altri e non si da retta nemmeno più alla propria coscienza.

In un paese dove è sempre più difficile essere persone perbene, la giustizia è un optional, la verità non sembra interessare a nessuno se non ai parenti delle vittime che non si danno pace. Per tutti gli altri si tratta solo di storie passate: perfino i ministri le snobbano. Povera Italia.

Bologna, 2 agosto 1980

Quello di oggi è il 33esimo anniversario della strage della stazione di Bologna, in cui morirono 85 persone. C’è chi non ricorda, chi ignora e chi fa finta di aver dimenticato. In pochi si chiedono come sperduti che senso abbia rivangare il passato proprio al giorno d’oggi che non si vede l’ombra di un futuro. Invece sarebbe da chiedersi come possiamo andare avanti tanto zavorrati da simili macigni.

La manifestazione di Bologna che ricorda la strage del 2 agosto 1980 con i suoi morti e i suoi feriti con una bomba che alle 10:25 fa saltare la sala di attesa della stazione ferroviaria riporta alla ribalta una vicenda che non deve essere dimenticata poiché non ha avuto il suo giusto epilogo.

Si dovrebbe pensare che non sono storie passate, ma ferite aperte che chiedono giustizia. E la giustizia non scade.

Bologna, 2 agosto 1980

Quello di oggi è il 32esimo anniversario della strage della stazione di Bologna, in cui morirono 85 persone. C’è chi non ricorda, chi ignora e chi fa finta di aver dimenticato. In pochi si chiedono come sperduti che senso abbia rivangare il passato proprio al giorno d’oggi che non si vede l’ombra di un futuro.

La manifestazione di Bologna che ricorda la strage del 2 agosto 1980 con i suoi morti e i suoi feriti con una bomba che alle 10:25 fa saltare la sala di attesa della stazione ferroviaria dovrebbe essere il momento in cui una società matura e responsabile si confronta con le pieghe più nascoste dello Stato per far emergere la verità e i veri moventi dei veri colpevoli.

Si dovrebbe pensare che non sono storie passate, ma ferite aperte che chiedono giustizia. E la giustizia non scade.

Bologna, 2 agosto 1980

Non dobbiamo commettere l’errore di dimenticare tutto, di riporre i ricordi chiudendoli nel cassetto. Di fare finta che il passato è passato. Sarebbe non solo moralmente riprovevole, ma sopratutto stupido fare finta che non sia successo niente.

Il nostro Belpaese che oggi deprechiamo per i faciloneria dei costumi, la politica inefficiente ha un passato di terrore e di stragi coperte dal segreto di Stato.

La manifestazione di Bologna che ricorda la strage del 2 agosto 1980 con 85 morti e 200 feriti con una bomba che alle 10:25 fa saltare la sala di attesa della stazione ferroviaria dovrebbe essere il momento in cui una società matura e responsabile si confronta con le pieghe più nascoste dello Stato per far emergere la verità e i veri moventi dei veri colpevoli.

Invece nel paese dove è sempre più difficile essere persone perbene, la giustizia è un optional, la verità non sembra interessare a nessuno se non ai parenti delle vittime che non si danno pace. Per tutti gli altri si tratta solo di storie passate: perfino i ministri le snobbano preferendo la spiaggia alla piazza di Bologna. Povera Italia.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: