Stasera su RAITRE c’e’ REPORT

Nuovo appuntamento stasera su RAITRE con REPORT, la trasmissione di Milena Gabanelli.

L’inchiesta principale di stasera è di Stefania Rimini e s’intitola Fidati di Mef.  Sul fronte dell’economia a fronte di un positivo impegno della Bce che quest’anno ci comprerà 7 miliardi e mezzo di titoli di stato dando un po’ d’ossigeno alle nostre finanze dandoci modo di risparmiare circa 6 miliardi e mezzo di spesa per interessi sul debito, dobbiamo registrare pure che ci stiamo trascinando, con i “derivati” del Tesoro, l’anno scorso ci siamo fumati 3 miliardi e 300 milioni di risparmi per il calo dello spread.

Nella seconda inchiesta di Sabrina Giannini intitolata Vitelli dopati, consumatori ingannati si parlerà delle carni dopate di migliaia di vitelli sarebbero finiti sulle tavole, come messo in luce da due inchieste della magistratura di Cuneo. Report racconta cosa si nasconde dentro quelle stalle: dall’uso sistematico dei farmaci (lecito), all’incapacità del sistema di controllo, europeo e quindi italiano, a scovare i trattamenti illeciti. Dall’inchiesta emerge anche come la politica europea ha consentito negli anni di aggiungere di tutto al latte artificiale. Alla fine viene il sospetto che tutti chiudano gli occhi per agevolare l’industria dell’allevamento intensivo.

Se cercate del buon giornalismo d’inchiesta, non perdetevi ogni domenica le inchieste di Report.

Stasera su RAITRE c’e’ REPORT

Nuovo appuntamento stasera su RAITRE alle 21:30 con REPORT, la trasmissione condotta da Milena Gabanelli.

L’economia ha i suoi andamenti ciclici teoricamente ben studiati da fior fiori di scienziati. Purtroppo il delicato equilibrio che ne regola gli andamenti è possibile che venga stravolto da chi detiene il potere, ma non si dimostra all’altezza delle responsabilità che ne derivano.

Bolle speculative, vendite allo scoperto, strumenti finanziari derivati, speculazioni… … il mondo finanziario e chi ne legittima gli scriteriati metodi hanno gravi responsabilità rispetto a situazioni come quelle scaturite dapprima negli USA, poi nel resto del mondo e infine con gravissime ripercussioni sociali in Europa: tecnicamente la chiamano recessione. E’ durante tali crisi che i relativamente pochi ricchi presentano il conto delle loro sregolatezze ai molti meno abbienti che non ne hanno colpa.

Chi è stato così ingenuo da considerare il sistema bancario un importante e serio regolatore economico ha dovuto ricredersi davanti ai tanti personaggi che senza pudore in barba ad ogni senso etico, continuano ad usare le banche per i loro affari.

Nella prima inchiesta di stasera intitolata “La banca degli amici” il reporter Sigfrido Ranucci in collaborazione con Giorgio Mottola ci parlerà della BPM, l’istituto finanziario radicato sul territorio più ricco d’Italia, che per statuto avrebbe dovuto finanziare le piccole e medie imprese, la forza vitale del Paese. Invece negli ultimi anni si sarebbe trasformata in bancomat per i politici e per alcuni imprenditori sempre grati a chi li finanzia, e che succhiano risorse pubbliche. Dalle indagini compiute dalla Procura di Milano, però emerge anche la ragnatela di rapporti con la politica, da Calderoli a Bossi, dalla candidata alle primarie del Pdl, Santachè a La Russa, dalla Brambilla a Urso, da Marcello dell’Utri, a Silvio  Berlusconi, da Paolo Romani a Gianni Letta, ma anche con il Vaticano, di cui Massimo Ponzellini, manager della BPM arrestato sei mesi fa, è stato uno dei consiglieri economici.

Nella seconda inchiesta intitolata “Il gruppo selvaggio” la giornalista Sabrina Giannini torna sul discorso del finanziamento pubblico e sui 75 milioni di euro suddivisi tra i vari gruppi parlamentari di Camera e Senato. Una rendita opaca per molti (capigruppo e vicepresidenti) e per un esercito di dipendenti.

Nell’ultima inchiesta intitolata “ICE” il reporter Antonino Monteleone ci svelerà i meccanismi dietro a istituti come l’Istituto per il Commercio Estero che si rivolge a piccole e medie e imprese e che a fronte di un investimento di un mucchio di quattrini da parte del governo ha il compito, almeno in teoria, di promuovere i prodotti italiani e fare aumentare il volume d’affare delle imprese che vuol dire maggiore entrate fiscali a vantaggio della collettività.

Sarà quindi un’altra puntata interessante, sicuramente da non perdere.

Non è forse vero che quando una persona muore mentre dorme, non se ne rende conto fino al mattino?

Davvero sembra che non riusciamo a capire la realtà che ci circonda.
Ogni giorno si assiste allo stillicidio di un sistema economico a beneficio di una limitatissima parte del genere umano che viene retto su principi che hanno fatto il loro tempo.
Se la soluzione al problema dell’accaparramento delle ricchezze che ormai storicamente vede pochi benestanti che devono i propri privilegi allo sfruttamento delle risorse a scapito del bene comune (qualunque cosa esso sia), le anacronistiche regole del gioco rischiano di portarci oltre il punto del non ritorno.

Qui non stiamo raccontando di quel senso di oppressione per il futuro che incombeva sulle nostre teste ai tempi della Guerra Fredda con il rischio di vedere la fine dell’umanità dietro i fumi dell’olocausto atomico. A posteriori possiamo affermare che quella contrapposizione di valori sia stato paradossalmente collante globale.

Occorre fare una riflessione sul quadro generale cercando di andare aldilà di quei problemi che presi localmente sono ahimè irrisolvibili.
Ma c’è una soluzione? Quale essa sia lo ignoriamo, auspichiamo che ci si arrivi prima che sia troppo tardi.

C’è la crisi, riapre il Parlamento

Alle 19.30 la mossa a sorpresa di Berlusconi.
Una conferenza stampa convocata in tutta fretta assieme a Tremonti e a Letta per sciorinare i quattro punti attorno ai quali ruoterà il programma di salvataggio dell’economia italiana.

Pareggio di bilancio come legge costituzionale e anticipo di un anno del risanamento. Riforma del mercato del lavoro e alla “madre di tutte le liberalizzazioni”, ovvero “tutto è libero tranne ciò che è vietato”.
C’è da chiedersi perché non le hanno dette l’altro giorno ‘ste cose in Parlamento che magari ci si risparmiavano due giorni di calvario in Borsa?

Quindi la ricetta per uscire fuori dalla crisi economica è quella di farci tirare la cinghia. Salutiamo pure la ripresa, soffocata dai tagli che dovremo per forza di cose apportare al bilancio. Per anni il governo ci ha propinato la storiella che la crisi riguardava gli altri, quelli che si erano invischiati nei subprime.  Ci ha pensato il mondo finanziario che in questi giorni sta facendo tremare tutta la baracca e quelli della Banca Centrale Europea a mettere in chiaro le cose: l’Italia rischia di fare la fine della Grecia e forse sta messa peggio della Spagna.

La BCE è disposta a comprarci i BTP, ma l’Europa questa volta ci presenta il conto. E noi rispondiamo che lo sanciremo addirittura nella Costituzione che non spenderemo di più delle nostre possibilità. Come se bastasse dire alla mamma che d’ora in poi faremo i bravi…
…l’unica buona notizia è che il Parlamento riapre già la settimana prossima e saranno pochi i politici che quest’estate se ne andranno al mare.

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