“Lo spirito sullo stelo” di P.Klee

Davvero fortunato l’adulto che riesce a comprendere che in sé debbano convivere sia la razionalità dell’età matura sia l’animo curioso del fanciullo. Che senso avrebbe la più elementare azione se fosse solo il frutto del cervello senza che il cuore abbia detta la sua.

L’innocente curiosità che dovrebbe spingerci oltre il confine dei nostri orizzonti deve essere coltivato come un’orchidea rarissima che richiede le cure più minuziose per poter fiorire nella serra del nostro essere. I più coloro che si lasciano alle spalle la magia della propria infanzia quale tributo a una maturità tanto decantata e apprezzata da chi vorrebbe che il grigiore della normalità fosse il colore degli umani affanni.

C’è chi nella pittura è riuscito ad immortalare nell’elementare semplicità di un disegno infantile, l’enigmatica figura archetipica evoca l’immagine del genio della fanciullezza che alberga nel cuore di ogni uomo creativo. 220px-Paul_Klee_1911

Giusto a  cavallo dei conflitti mondiali del XX° secolo, in un periodo in cui la forza della sperimentazione pittorica non aveva ancora esaurito la sua potenza per chinare la testa al conformismo dell’arte consumista, l’eclettico pittore tedesco Erns Paul Klee (1879-1940)  figlio di musicisti ed esponente dell’astrattismo, durante la sua ricerca di sintesi dell’aspetto teorico della sua creatività che lo porta a utilizzare molteplici supporti, che vanno dalla tradizionale tela alla carta di giornale, alla juta, a cartoncini di ogni qualità e spessore, dipinge un’opera che da senso all’importanza dello sguardo del fanciullo.

Lo spirito sullo steloScrive Klee: “I bambini… offrono esempi istruttivi e vanno preservati per tempo dalla corruzione”. Il “fanciullino” potrà così più a lungo conservarsi intatto come espressione dell’età dell’innocenza nell’anima creativa dell’adulto.

“Lo Spirito sullo stelo” è un’opera che affascina per il suo approccio elementare eppur così potente da incantare lo spettatore con il fanciullo colto mentre sgrana gli occhi davanti alla complessità della vita.

Una di quelle piccole (30x19cm) opere secondarie capaci di comunicare l’essenza del messaggio artistico con più enfasi delle opere più “grandi”.

Appena ho visto questo olio su tela ne sono rimasto affascinato così come lo fu a suo tempo il compianto Rambaldi che alla ricerca dell’alieno per Spielberg trovò nell’infantile incanto del fanciullo di Klee l’ispirazione per creare quell’E.T. che avrebbe impersonato nell’immaginario collettivo non tanto l’extraterrestre, ma il viaggiatore di mondi capace di umani sentimenti, innocente ed effimero come un bambino curioso.