Che peccato che questa festa passi sotto tono e non sia sentita quasi da nessuno. Nemmeno al TG ne hanno parlato: che peccato!
Forse è che si tratta di una ricorrenza relativamente recente (istituita con una legge dello stato il 31 dicembre 1996), forse i valori che ci rendono grandi agli occhi del mondo sono spesso offuscati non tanto dalle istituzioni, ma da chi oggi le rappresenta tanto male da renderle tanto odiose.
Io che non mi definisco per niente un tipo patriottico, per la bandiera italiana ho avuto sempre un debole sin da bambino. Ricordo che una volta tanto strepitai che alla fine ne ricevetti in dono una enorme che rimase appesa per anni nella mia camera, giusto accanto al classico poster del Che.
Più che i caroselli per le vittorie della nazionale di calcio, mi è sempre piaciuta la storia che c’è dietro a questo simbolo che siamo stati costretti a riporre in un cantuccio della memoria e considerarlo poco di moda dimenticandoci che è stato simbolo di riscatto sociale e rivoluzione intesa come sovranità per il popolo e libertà per la nazione.
Come mi piacerebbe che un giovane precario ne sventolasse una sotto il naso di quei “signori” che la infangano ogni giorno rincorrendo il potere a scapito delle future generazioni.
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