Anch’io voglio una tessera.
Anch’io merito di possederne una. Un pezzo di plastica colorata con un logo a tema e un microchip anti-falsificazione che possa fare la sua sporca figura nel mio portafoglio, posta giusto tra la carta d’identità in scadenza e la patente di guida scaduta. Un certificato di appartenenza, di avente diritto, da tirare fuori alla bisogna lasciando chi mi trovo davanti abbastanza confuso nel chiedermi «Bancomat o Carta di Credito?» – «Eh no, Signora mia, non ha proprio capito…» – risponderei tutto piccato, schiarendomi al contempo pomposamente la voce – «La mia tessera non serve per comprare, ma per essere.»

La tessera di essere umano.
Non importa il pantone ma che ci sia stampigliato sopra il mio nome e cognome e ammennicoli anagrafici vari, niente foto, che tanto si sa che viene sempre male ed è quindi meglio soprassedere. E ben visibile a caratteri cubitali un codice alfanumerico rilasciato dal ministero taldeitali che attesti non la mia mera esistenza, ma la mie poche qualità e i tanti difetti che fanno del me medesimo un essere umano un po’ fuori forma che ha superato (di poco) gli anta.

Riepilogo e/o ricapitolazione dei difetti/qualità accertati e certificati:
- ottusamente semi-buonista;
- incompreso gino-altruista;
- incapace di essere razzista;
- illuso eco-idealista;
- cicciuto rotondeggiante;
- propenso a frugale calvizie;
- portatore fiero di lenti;
- piccoso lettore di storie sospese;
- numero di scarpe: 46.
Ogni qualvolta me ne venisse lo sfizio, che ne so magari di fronte a qualcheduno in vena di fare polemica con della strana filosofia, la tirerei fuori tanto per confermare il mio seguente dire: «Ecco buon uomo con me non attacca… Guardi m’hanno dato pure la tessera ministeriale.» – inizierei cavandola cerimoniosamente fuori dal portafogli, come fosse burocratica reliquia – «Se per essere titolare di un sacrosanto mio diritto, mi si dice che è necessario che qualcun altro ne debba essere ahi lui privato, per conto mio faccia pure conto che io ne possa fare a meno. E tante grazie lo stesso, sarà per la prossima vita.»
Che a questo mondo se non c’hai la tessera… mica sei nessuno!!!
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