Sono grande abbastanza da essere oramai disilluso dalla politica di questo paese.
Quando ero più giovane era tutto diverso. Nelle discussioni tra amici non era raro che si litigasse per la politica, si contestavano i vecchi bacucchi incollati alle loro poltrone, ma ognuno di noi era pronto a sgolarsi e venire alle mani magari contro l’amico se c’era da sostenere le proprie idee.
Già perché al contrario di oggi, qualche decennio fa non si nasceva politicamente disillusi, mica ci si vergognava. Diciamo che eravamo un poco più ingenui. Forse ha ragione chi sostiene che siamo stati quelli dell’ultima generazione a credere di meritare un futuro migliore del passato dei nostri genitori.
Confesso che fino a qualche giorno fa non ero convinto di andare a votare. Magari avrei fatto presenza senza apporre nessun segno sulla scheda. Non volevo rinunciare al diritto a votare, ma pure non volevo essere costretto a scegliere qualcuno turandomi il naso.
Mica ci ho capito niente di questa campagna elettorale. M’è presa noia a sbramare promesse elettorali. In televisione poi, nessun confronto, come se avessero paura di ripetersi in faccia le basse cattiverie strepitate nelle dichiarazioni alla stampa.
Dei problemi che mi circondano quotidianamente nessuno di questi ha fatto quasi parola. Quindi secondo loro dovrei andare a votarli solo per garantire la governabilità del paese, come se questo aspetto non riguardasse in primis coloro che hanno partorito questa macchinosa legge elettorale.
Mi si chiede di votare contro, quando sono abituato a votare solo per scegliere le idee di chi voglio mi rappresenti.
Ho capito che ad attendere oltre chi rimette a posto le cose al mio posto avrei fatto la fine di Vladimio ed Estragone fermi sotto l’albero ad aspettare qualcuno che non potrà mai giungere.
Avrei fatto la fine di quelli che prima si adeguano, facendo i mondani e quando cambia il vento si scandalizzano a posteriori.
Così ho deciso di andare a votare. Domani ancora una volta mi sporcherò la coscienza con un tratto di matita copiativa.
Ho recuperato il certificato e controllato che la carta d’identità non sia scaduta. Non mi resta che scegliere per chi votare.
E se per l’ennesima volta le facili promesse non verranno mantenute, mi rimarrà almeno la consapevolezza che ancora una volta avrò fatto il mio dovere ed esercitato il mio diritto. Senza vergogna e senza retorica.
Non voglio smettere di credere che prima o poi le cose cambieranno in meglio e che pure la mia goccia un giorno sarà mare.
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