Finalmente si inizia a parlare seriamente delle strategie che i tecnici stanno mettendo a punto per ripulire il suolo contaminato vicino alla centrale nucleare giapponese di Fukushima.
Vagamente stravagante eppure scientificamente già sperimentata con successo dopo il disastro del 1986 a Chernobyl, il progetto ecologico presentato da Masamichi Yamashita esperto dell’agenzia spaziale nipponica, che sta studiando come seminare i campi intorno al reattore n. 1 con semi di girasole. Questi fiori hanno la capacità di assorbire alcune sostanze inquinanti, tra cui quelle altamente radioattive come il cesio 134 e 137. Pare che siano stati già raccolti 300Kg. di semi per avviare l’iniziativa.
Mentre i più romantici staranno già pensando agli immensi campi di girasole attorno alla disgraziata cittadina giapponese gli esperti sono impegnati a risolvere il problema dello smaltimento dei girasoli “radioattivi”. Si pensa di smaltirli attraverso l’impiego di batteri aerobici ipertermofili (a 100°C trasformano in anidride carbonica, acqua e ossigeno parte del corpo delle piante) che consentirebbero di ridurre il volume all’1% della massa iniziale, riducendo in questo modo la quantità di rifiuti radioattivi da smaltire.
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