Referendum alla FIAT di Mirafiori

Colletti bianchi da una parte e tute blu dall’altra. Quello che si è capito, se c’era ancora chi non lo avesse capito, è che ormai abbiamo perso ogni briciolo di coscienza civica e quando si tratta di scegliere, scegliamo in barba ai principi fregandosene della pelle altrui.

Il referendum alla Fiat di Mirafiori sull’accordo del 23 dicembre si è svolto registrando una grande affluenza (circa il 95%), sulla carta ha vinto i SI (con il 54% e adesso aspettiamo i soldi di Marchionne), ma ha evidenziato la frattura tra i lavoratori.

Gli impiegati cui l’accordo non cambierà la vita hanno votato in maggioranza per il SI, il reparto Lastratura (uno dei più pesanti) ha scelto per il NO, quelli del reparto Verniciatura (più interessati dall’aumento di stipendio) per il SI.

In definitiva si è ceduto al ricatto della dirigenza FIAT (o vince il SI o chiudiamo e perdete il lavoro) senza stare a guardare tanto per il sottile. I principi di libertà e uguaglianza e i diritti acquisiti in anni di lotte non li ha considerati quasi nessuno se non per partecipare a qualche dibattito in televisione inframmezzato dalla pubblicità.

Il sindacato, tutela dei lavoratori, non esiste più, e purtroppo gli stessi lavoratori non esistono più: ci sono solo schiavi incatenati al sistema dall’innaturale fame di consumo. Adesso possiamo fare come gli americani…

Che schifo, ma questa è l’Italia… fa bene chi coglie l’opportunità di andarsene. In fondo, si è più italiani quando si è all’estero che quando si è in patria.

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