Fiat chiede i danni ad «Annozero»

Chi era davanti al video giovedì scorso (2 dicembre) come noi un po’ se l’aspettava. Vabbé prendersela con i politici che ormai ci sono abituati a essere presi per i fondelli, ma la trasmissione di Michele Santoro questa volta se l’è andata a cercare con il lanternino.

Uno dei temi che hanno infiammato la platea in studio, in esterni e a casa, è stata la vicenda della prima azienda italiana (leggi FIAT) con tanto di reportage sulle politiche antisindacali che sono state adottate negli stabilimenti Chrisler con gli operai contenti di vedersi dimezzata la paga piuttosto che vedere la fabbrica chiudere e con l’inevitabile raffronto con le situazioni di Pomigliano e di Mirafiori. A un certo punto un interrogativo è stato posto dal conduttore: ma a fronte delle capacità manageriali di Marchionne & Co. e il piagnisteo per un indice di produttività la beneamata Fiat ha un prodotto valido per competere con un mercato, quello dell’automotive,  sempre più difficile?

Si procede quindi con un servizio con raffronto in pista di un’Alfa Romeo MiTo, una Citroen DS3 e una Mini Cooper S, con risultati imbarazzanti per l’auto sportiva italiana.

La Fiat c’è rimasta male contestando la diversa cilindrata delle auto oggetto della comparazione (come peraltro subito evidenziato dall’esperto On.Castelli), del fatto che una comparazione obiettiva non dovrebbe tenere conto del solo fattore velocità, ecc… e ha querelato la trasmissione di raidue “Annozero” per il servizio altamente denigratorio che offenderebbe il marchio italiano e le migliaia di persone che lavorano per esso.

Già durante la trasmissione per rispondere alla polemica sollevata dal servizio il giornalista citava l’effettiva differenza di cilindrata delle auto, ma a parità di potenza.

Da parte nostra non possiamo dire che dell’Alfa Romeo MiTo senz’altro apprezziamo gli spot girati con la bellissima testimonial Uma Thurman che ci fa letteralmente impazzire quando dice che “è fatta con la stessa materia di cui sono stati fatti i sogni“. Mentre come auto abbiamo avuto modo di verificare già da tempo che le auto italiane (stiamo parlando della fascia medio bassa) sono le più scalcagnate che si vendono in Europa.