“La persistenza della memoria” – Salvador Dalì

1931, olio su tela, 24 × 33 cm, The Museum of Modern Art di New York

Il tempo seppellirà, cancellandone la memoria, le cose che risplendono. (Orazio)

Ci sono dipinti dal fascino incredibile le cui immagini evocano fantasiose o azzardate interpretazioni, ma che comunque rimangono impresse per sempre nella nostra coscienza.

In quest’opera, pezzo forte del MOMA di New York, sono rappresentati su uno dei tanti paesaggi di Port Lligat, tra gli scogli della Costa Brava un melanconico ulivo secco, un occhio chiuso rappresentante l’inconscio dell’artista e tre orologi sul punto di sciogliersi al sole, mentre un quarto ancora chiuso nel suo coperchio dorato è assaltato da un cumulo di formiche brulicanti.

Davanti ai quadri dei Surrealisti che si rivolgono direttamente al nostro inconscio e sopratutto guardando “Gli orologi molli” di Dalì ci si ritrova ad evocare quella memoria che l’autore definisce ipermolle come il formaggio Camembert in una sera d’agosto, priva di quelle regole ferree che scandiscono il tempo, ma al contrario così elastica da ricordare benissimo fatti remoti e dimenticare cose accadute il giorno prima.

Il tempo meccanico, misurabile con gli orologi, è messo in discussione dalla memoria umana, che del tempo ha una percezione ben diversa. Il tempo poi è relativo: scorre veloce quando si è felici, diviene inesorabilmente lento nella tristezza.

Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, marchese di Púbol, meglio conosciuto come Salvador Dalì era un uomo dotato di grande immaginazione, con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per il gusto di attirare l’attenzione su di sé. Straordinario artista seppe servirsi del simbolismo per esprimere nelle sue opere concetti come nell’opera “La persistenza della memoria” la teoria di Einstein della relatività del tempo.

2 Risposte

  1. Era nella lista dei quadri di cui volevo parlare!! Uff!! Ho mollato un ragazzo cn qst frase una volta “Sai, non è colpa tua, ma mi sento un po’ come un quadro di Dalì: sciolta!”. Chissà se l’avrà capita o, meglio, chissa se avrà apprezzato l’alto contenuto culturale e retorico di una frase che, in realtà, significa soltanto “Ma vaff…”. Complimenti! L’unico quadro di Dalì che apprezzo….Magritte lo supera di gran lunga…

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